L’indice Rt, ha spiegato il ministro, aumenta anche a causa delle varianti, e proprio questo tema (insieme all’analisi epidemiologica) sarà in discussione al tavolo tecnico con l’Istituto superiore di sanità e il ministero della Salute, che sarà integrato, ha annunciato il ministro, con la presenza anche delle Regioni: “Ritengo sia utile, in questa fase, anche alla luce dell’impatto delle varianti favorire un nuovo confronto con un tavolo tecnico tra esperti dell’Istituto superiore di sanità, del ministero della Salute e delle Regioni per valutare il quadro in cui siamo” ha detto al riguardo Speranza, che si è anche dichiarato d’accordo sulla proposta di un portavoce unico del Cts e ha parlato di un impegno del governo per “congrui ristori”.
Un altro passaggio importante Speranza lo ha riservato alla questione, molto dibattuta, della copertura brevettuale dei vaccini: “Come hanno sostenuto prestigiose personalità della comunità scientifica, del mondo politico e religioso, dell’associazionismo e del volontariato, dinanzi ad un’emergenza sanitaria di queste dimensioni non regge l’idea di una proprietà esclusiva dei brevetti” ha detto il ministro al riguardo. “Produrre vaccini deve essere considerato un bene da mettere a disposizione di tutti i Paesi del mondo, quelli ricchi e fortemente sviluppati e quelli maggiormente in difficoltà, con sistemi sanitari più fragili. Il vaccino deve essere effettivamente un bene comune, accessibile a tutte le donne e a tutti gli uomini della terra: un diritto di tutti e non un privilegio di pochi”.
Per il ministro della Salute “analizzando con serietà la curva del contagio, stando rigorosamente ai numeri e alle valutazioni che ogni settimana registra la cabina di regia che, come è noto, è composta da nove membri, di cui tre del ministero della Salute, tre dell’Istituto superiore di sanità e tre rappresentanti delle Regioni, allo stato delle cose è fondamentale mantenere un approccio di grande prudenza”.
Il nuovo Dpcm – annuncia sempre Speranza – con le misure anti-Covid “sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile”, dopo Pasqua: “La bussola sarà la salvaguardia del diritto alla salute. Non ci sono le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia, siamo all’ultimo miglio, vediamo la luce in fondo al tunnel e non possiamo abbassare la guardia. Adesso, ancor più che in altre fasi dell’emergenza, serve uno sforzo unitario, una leale collaborazione a Roma, come in tutte le Regioni. L’Italia si muove sulla linea Ue della massima prudenza”.
“La pandemia non si batte solo con il buon governo centrale o territoriale, con provvedimenti puntuali e tempestivi delle istituzioni, con il prezioso e insostituibile lavoro della comunità scientifica e dei professionisti sanitari” ha voluto ricordare il titolare del dicastero. “L’arma in più, quella determinante, è la collaborazione attiva di ogni persona, una consapevolezza diffusa delle nostre comunità di osservare tutte le buone pratiche per tutelare la sicurezza individuale e collettiva e i provvedimenti adottati”.
Il resoconto dell’intervento del ministro al Senato è disponibile al link riportato qui di seguito.