
Roma, 4 luglio – Fare chiarezza ed evitare ogni eventuale tentativo di strumentalizzazione: queste le considerazioni che hanno indotto Riccardo Berno e Daniele D’Angelo, direttori generali di Federfarma il primo e di Promofarma il secondo, a ufficializzare la decisione (frutto di “una scelta strettamente personale”) di porre fine al percorso professionale nel sindacato dei titolari di farmacia, dove hanno percorso tutta la carriera professionale a partire dal 1981.
A spingere i due dirigenti al vertice degli organigrammi sindacali di prendere subito carta e penna e indirizzare una lettera a firma congiunta ai presidenti delle Associazioni provinciali e delle Unioni regionali sono state le anticipazioni del loro passaggio di mano filtrate nei giorni scorsi sulla stampa di categoria, notizia – annotano Berno e D’Angelo, che “altri, privi di sensibilità nei nostri confronti, hanno ritenuto di dover diffondere”.
La circostanza ha appunto costretto i due ad “anticipare una comunicazione che avevamo immaginato di diffondere, in accordo con i responsabili di Federfarma e Promofarma, al momento dell’avvincendamento, una volta individuate le persone che saranno chiamate a sostituirci nei rispettivi ruoli”.
“Abbiamo lavorato entrambi, assunti il medesimo giorno, per 38 anni consecutivi, con ruoli e responsabilità diverse a favore della categoria” scrivono i due direttori generali. “Ora abbiamo deciso di concludere il nostro pesrcorso in Federfarma. Una scelta riteniamo legittima, adottata in piena autonomia e in tutta trasparenza, non motivata da contrasti con gli attuali vertici della due organizzazioni”.
“È stato un viaggio lungo e intenso, colmo per noi di soddisfazioni personali e professionali” scrivono ancora Berno e D’Angelo “denso anche di rapporti umani consolidati negli anni in vera e propria amicizia con molti di voi che restano un prezioso patrimonio che non verrà disperso”.
“È stato un pecorso che ci ha consentito di collaborare, nel corso degli anni, con colleghi disponibili e competenti con i quali si è creato un rapporto inconsueto nei luoghi di lavoro. Per tutto questo siamo riconoscenti a Federfarma e a tutti voi che la rappresentate” si legge ancora nella lettera, che prosegue con l’affermazione che “Federfarma è una grande istituzione nella quale siamo stati accolti freschi di studi e della quale continueremo a sentirci parte”.
Quindi la conclusione, con un pensiero di gratitudine a tutti i presidenti di unioni e associazioni “per la fiducia che avete riposto in noi e per le grandi opportunità che questa grande istituzione ci ha concesso in questi lunghi anni” e un saluto a tutti i collaboratori delle articolazioni periferiche del sindacato, tutti riuniti “in un grande abbraccio” e un ringraziamento “per la collaborazione e l’amicizia delle quali ci hanno gratificato”.
Una lettera chiara e trasparenza, quella di Berno e D’Angelo, del tutto coerente con il loro unanimente apprezzato percorso professionale all’interno del sindacato, che è anche un invito esplicito a evitare “ricami” di vario genere e natura sulla comune decisione di accomiatarsi. E tra le cui righe, ancorche inespresso, è possibile leggere distintamente “honni soit qui mal y pense”.
Che poi questo possa essere sufficiente a impedire a chi è solito “mal pensare” di farlo, resta ovviamente tutto da vedere. Cosa che, in ogni caso, niente leva alla decisione davvero apprezzabilissima di D’Angelo e Berno di rendere pubblico il loro commiato.
Dall’Ordine di Roma e in particolare da chi scrive – che in quello stesso ormai lontano 1981, dopo qualche anno di collaborazione esterna, entrava ufficialmente insieme a loro in Federfarma, per poi condividere, sia pure in altre istituzioni, un percorso professionale speso tutto nel perimetro della farmacia – un sincero e affettuoso ringraziamento non solo per tutto ciò che hanno fatto e per come lo hanno fatto, ma anche per ciò che conta amcora di più: i sentimenti di stima e di amicizia che hanno reso più lieve e più ricco il lungo cammino comune e che nessuna vicissitudine o lontananza ha potuto nè potra allentare. Life goes on, friends. E dunque, buona vita. Di tutto cuore.