
Roma, 18 dicembre – “Intesa, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano concernente il Patto per la salute per gli anni 2019-2021”.
Questa la voce inserita all’ultimo posto dell’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni convocata oggi a Roma alle 13.45. Il Patto per la Salute, fondamentale strumento di programmazione delle politiche sanitarie nazionali, arriva dunque alla stretta finale, salvo sorprese che rischierebbero però di mettere a rischio non solo il Patto, ma anche i 3,5 miliardi (in due anni) di aumento del Fondo sanitario nazionale che potranno essere erogati solo in caso di chiusura dell’accordo.
Un pericolo che, molto probabilmente, le Regioni si preoccuperanno di evitare, cercando di trovare in mattinata un’intesa interna per ottenere qualche modifica in zona Cesarini all’ultima versione del testo inviata dal Governo, che ha ignorato in larghissima parte le controproposte regionali.
Ma l’aria che tira è che – aggiustamenti al testo o meno e con buona pace delle resistenze e dei mal di pancia di qualche governatore – le Regioni si risolvano a firmare finalmente il Patto, anche in ragione della ormai vicinissima scadenza del termine previsto (il 31 dicembre, confermato da ultimo dal decreto fiscale approvato ieri).