
Roma, 1 febbraio – Le notizie relative ai ritardi nelle forniture dei vaccini da parte delle aziende Pfizer e AstraZeneca e le accese polemiche rimbalzate sul sistema mediale anche a seguito delle dure prese di posizione delle autorità europee e dei Paesi membri, hanno inevitabilmente prodotto sconcerto e preoccupazione nell’opinione pubblica, che temono ripercussioni negative sull’andamento della campagna vaccinale.
Qualche rassicurazione al riguardo è arrivata da Franco Locatelli (nella foto), presidente del Consiglio superiore di sanità: “Il programma vaccinale non è affatto saltato, anche se le riduzioni nella fornitura non erano previste, andiamo avanti” assicura Locatelli, che è anche componente del Comitato tecnico scientifico (Cts). “Per i due vaccini già approvati, Pfizer-BioNTech e Moderna, avremo a disposizione più di 60 milioni di dosi per immunizzare 30 milioni di persone”.
Dal’Ema, nel frattempo, è arrivata la rassicurazione che il vaccino Pfizer è sicuro e che non c’entra con i decessi che si sono verificati dopo le somministrazioni e si ribadisce che la copertura al 95% dal Covid si ha solo dopo la seconda dose. E l’azienda, da parte sua, ha subito confermato che i risultati dello studio di fase 3 sul suo vaccino “hanno dimostrato che, sebbene una protezione parziale del vaccino appaia già dopo 12 giorni dalla prima dose, due dosi del vaccino sono necessarie per fornire la massima protezione contro la malattia, ovvero un’efficacia del vaccino del 95%. Non ci sono dati per dimostrare che la protezione dopo la prima dose sia mantenuta dopo 21 giorni”.