

Il provvedimento assunto dalla Regione, scrive ancora il presidente delle farmacie pubbliche “è uno dei più importanti atti istituzionali che concretizza il potenziale sanitario del nostro lavoro: un virtuoso incontro tra la professionalità del farmacista e la massima prossimità fisica della farmacia alla vita del cittadino”. Il giudizio entusiasta, spiega Gizzi, ha anche ragioni “storiche”. “Assofarm infatti, ormai diversi anni fa, è stata la prima a proporre un ampliamento della pratica vaccinale anche alle farmacie territoriali, private e pubbliche. La nostra partecipazione all’Uefs, Unione europea delle farmacie sociali, di cui peraltro da qualche anno ricopriamo la presidenza, ci ha fatto apprezzare per tempo le positive esperienze già realizzate in buona parte dei Paesi europei”.
Gizzi ricorda quindi come in Francia, Svezia, Portogallo, Svizzera e altri Paesi da anni i farmacisti inoculano autonomamente diversi vaccini, aggiungendo che le rilevazioni post-intervento hanno dimostrato che non sono aumentati i rischi per i cittadini, mentre è si è sensibilmente rafforzata l’immunità di gregge.
“L’iniziativa che lei e l’assessore alla Sanità D’Amato avete intrapreso in questi giorni avvia un processo di riposizionamento sanitario del nostro Paese verso i casi più avanzati e moderni di tutta Europa” scrive ancora il presidente di Assofarm, riconoscendo il coraggio politico dell’iniziativa, “che pone il primo piano la salute del cittadino sugli interessi di specifiche categorie sanitarie”.
“È in virtù dell’impegno che Assofarm e tutte le farmacie comunali italiane portano avanti da tempo, che la nostra rappresentanza laziale può di buon grado dichiararsi fin d’ora pronta a partecipare al vostro progetto dispensativo” conclude Gizzi, offrendo la collaborazione della sua sigla, le cui farmacie si candidano “a rientrare tra le 400 farmacie che erogheranno questo servizio, nella speranza che tale numero possa al più presto essere ampliato a tutti i presidi che abbiano le adeguate condizioni”.